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Ebola e la verità del contagio

07 agosto 2014

di Giusy Cantone

L'epidemia di "Ebola" continua a diffondersi in Africa occidentale. Nell'ultima settimana l'Organizzazione Mondiale della Sanità riporta altri 158 decessi.

Da quanto dichiara il dottor William Schaffner, professore di medicina preventiva e malattie infettive presso la Vanderbilt University Medical Center di Nashville del Tennessee, "ebola" si diffonde solitamente attraverso il contatto con fluidi corporei, tra cui sangue, vomito, feci, sudore, saliva, lacrime e di sperma. Quindi, nonostante quello che può sembrare la malattia non è così facile a diffondersi in assenza di stretto contatto con una persona infetta.  In Africa occidentale dove l'epidemia infuria, è considerato un segno di amore e rispetto  bagnare il corpo di una persona cara dopo la morte. Second Schaffner durante questo rito ci può essere il momento in cui il virus è vicino al picco più alto di contagiosità nel  cadavere di una persona. Il virus può persistere infatti anche dopo la morte. Uno studio condotto nel 2004  e pubblicato su Science riporta che il caso che la carcassa di una scimmia che aveva Ebola rimase contagiosa per tre o quattro giorni dopo che l'animale è morto. Quindi, lavare il corpo ed effettuare la pulizia fuori orifizi del corpo, come alcune tradizioni richiedono, favorisce solo la diffusione della malattia. Per questo motivo alcuni operatori sanitari, seppur al momento con pochi risultati,  tentano di convincere la gente a cremare i corpi dei propri cari. 

 

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L'intervista completa al dott.re William Schaffner su Huffigton Post 

http://www.huffingtonpost.com/2014/08/07/ebola-sex-transmission-bodily-fluids_n_5658151.html?&ncid=tweetlnkushpmg00000067

 

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