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Il bikini e la comunicazione politica

28 maggio 2014

 

di Giusy Cantone

 

Prima di oggi, non ho voluto commentare, adesso, leggendo questa condivisibile analisi, mi permetto di esprimere la mia opinione di donna e collega. Reputo che il #bikini di #Paola#Bacchiddu nn abbia e avesse nulla a che fare e intendere con la comunicazione di una lista politica. Scelta sconsiderata e ingenua quella della collega? Probabile! Forse per un momento presa dallo sconforto Paola ha trovato rifugio nella nostalgia del mare sardo e nella sua foto in bikini? Boh! Tutto è possibile. Premesso che la foto non rasenta alcuna volgarità e non arreca offesa al corpo femminile, il mio non vuole essere un giudizio morale ma, piuttosto, di etica professionale. Rimango dell'idea che ognuno è libero di poter usare la propria immagine come meglio crede. L'anno scorso, per es., io stessa contestualizzai il vecchio profilo Fb con il mio ruolo estivo di "Responsabile Area Fitness" in un villaggio turistico. Postai, senza problemi, immagini in divisa da "gruppo di animazione", con costume e abbigliamento ginnico da acqua gym, zumba e spinning. La foto di Paola, a mio parere, non sarebbe stata sindacabile negativamente se fosse stata utilizzata dalla responsabile della comunicazione di un concorso di bellezze al bagno. Ma non essendo questo l'ambito, la strategia comunicativa non è stata pertinente. La frase di accompagnamento all'immagine e l'utilizzo della stessa risultano essere, semplicemente, inappropriate al contesto lavorativo in essere. 
Da esperta di comunicazione io non ho mai pensato di far aumentare gli ascolti del RadioTg, del programma radiofonico, da me condotto e diretto, postando una foto in bikini, nemmeno per incrementare i "Mi Piace", garantiti da parte dei maschietti, della pagina professionale😊. Noi donne stiamo sempre sul filo di lana, esposte e soggette a giudizi sulla persona e neanche lontanamente professionali.
Per questo, ritengo, sia importante per una comunicazione reale e pertinente rimanere inchiodati al tema e all'incarico e come direi da giornalista al pezzo... Spesso, sono le stesse donne le venditrici, più o meno consapevoli e incallite, del proprio corpo. Questo non porta però sempre giovamento. Ritengo, infatti, ci siano troppe donne vittime di giudizi gratuiti e fuori luogo solo per la naturale avvenenza fisica. Purtroppo, la strumentalizzazione del corpo da parte di alcune, invoca il ribasso dell'immagine in generale di tutte arrivando a delegittimarne pure la libertà. Fortuna che la decisione finale e il voler entrare, più o meno di peso, nel tritacarne mediatico ancora spetta sempre alle singole individualità. Io, per il futuro, consiglierei di lasciar fare alle show girl i programmi di intrattenimento-divertimento e a NOI GIORNALISTE il resto, senza mischiare cavoli, con rape e limoni. Forse inizieremmo ad essere maggiormente rispettate nel ruolo di donne professioniste e non sentiremmo più che l'Italia è il "Paese delle banane e della disinformazione".

 

https://storify.com/lotarsan/l-altra-europa-con-tsipras-successo-nonostante-la

 

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