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Mafia: con 613 voti favorevoli Ue approva modello italiano su confische

25 febbraio 2014

Il Parlamento europeo approva direttiva su confisca beni alla criminalità con 613 voti favorevoli, 19 contrari e 25 astensioni. Molto soddisfatto  il commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom,  che dichiara "sarà più facile per la polizia colpire la criminalità organizzata nel punto più doloroso: i profitti. Questa norma contribuirà a proteggere l'economia da infiltrazioni criminali e corruzione con un impatto significativo su vittime della criminalità, contribuenti e società".

L'accordo,  cui non hanno aderito gran Bretagna e Danimarca, dovrebbe essere formalmente approvato dal consiglio nelle prossime settimane e poi gli Stati membri avranno tempo 30 mesi per adeguare la normativa nazionale alla direttiva europea. Gli Stati membri dovrebbero adottare misure che consentano l'uso dei beni confiscati per interesse pubblico e ne incoraggino il riutilizzo sociale. Tra le altre norme approvate quelle che consentiranno agli Stati membri di procedere alla confisca dei beni ottenuti mediante attività dello stesso tipo tra cui, per esempio, i casi di corruzione attiva o passiva nel settore privato o la corruzione, attiva e passiva, in cui sono coinvolti funzionari delle istituzioni Ue o gli Stati membri, la partecipazione a un'organizzazione criminale, mafia, 'ndrangheta, camorra o una delle organizzazioni di nuovo conio presente in Europa come i motociclisti, la pornografia infantile o la criminalità informatica. Il sequestro dei beni già acquisiti da terzi sarà consentito  invece solo se il terzo sapeva o avrebbe dovuto sapere che il bene era stato trasferito per evitare la confisca o se era stati ceduto a titolo gratuito o in cambio di un importo notevolmente inferiore al suo valore di mercato.

Per Rita Borsellino, europarlamentare italiana, nonostante il suo forte contributo "L'approvazione della direttiva sulla confisca dei beni mafiosi rappresenta un passo importante nella lotta al crimine organizzato ma da sola non basta. Se alcuni Stati membri fossero stati più coraggiosi e avessero creduto di più nell'Unione Europea oggi, sicuramente, avremmo avuto uno strumento di contrasto al crimine organizzato molto più efficace. Purtroppo si è deciso di non includere tra le norme minime comuni la confisca senza condanna in caso di morte dell'imputato, una fattispecie, presente nell'ordinamento italiano, che ha permesso di infliggere duri colpi alla criminalità organizzata. Ciò che reputo positivo è l'inserimento nel provvedimento della possibilità da parte degli Stati membri di utilizzare a fini sociali i beni confiscati alla criminalità organizzata come avviene da molti anni in Italia e in Irlanda". La Borsellino asupica che a questa direttiva possano seguire a livello europeo, altri provvedimenti per rafforzare gli strumenti del sequestro e della confisca. "Le mafie - continua l'eurodeputata - sono un problema europeo e intaccare il loro potere economico è fondamentale per contrastarle in maniera efficace". 

Anche Sonia Alfano, eurodeputato dell'Alde, presidente della Commissione Antimafia Europea, che ha lavorato con Rita Borsellino al rapporto della rumena Monica Luisa Macovei, ritiene la direttiva "un timido passo avanti nel tentativo di esportare in Europa le norme che sono già in vigore in Italia. Abbiamo dovuto fare i conti, nel lavoro di redazione del testo, con quegli Stati membri dell'Ue che preferiscono provvedimenti legislativi che tutelino gli imputati piuttosto che le vittime dei reati. Resta tanto da fare per migliorare le norme sulla confisca approvate oggi qui a Strasburgo". 

 

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